Il Neuromanagement studia il comportamento umano “scandagliando” l'output fisiologico generato dalle emozioni. Come ci può aiutare questa disciplina nello studio della biosicurezza?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo pensare alle teorie psicologiche che hanno modificato il modo definire l’uomo nel tempo. La visione classica lo descrive come razionale e i suoi comportamenti frutto di attente riflessioni. Ma gli studi di Neuromanagement ci dimostrano il contrario.

 

Infatti il neurologo, neuroscienziato e psicologo Damasio definisce l’uomo non come macchina pensante che si emoziona, ma come macchina emotiva che pensa.

Le emozioni sono un fenomeno complesso da misurare che sta alla base dei processi decisionali di tutti i giorni. Il Neuromanagment è un approccio nuovo che vede l’unione di più aree scientifiche tra cui le neuroscienze e la psicologia, le quali collaborano nello studio dell’attività cerebrale con lo scopo di comprendere cosa accade durante i processi decisionali, studiare le emozioni, il carico cognitivo e l’aspetto comportamentale legato anche ai fattori di rischio e della biosicurezza.

Per tale ragione è necessario implementare le tradizionali tecniche di ricerca con nuovi strumenti di raccolta dati. Le tecniche su cui si fonda il neuromanagement consentono di indagare i cambiamenti emotivi attraverso l’analisi degli indicatori in grado di modificarsi in presenza di una variazione emotiva: il segnale elettroencefalografico del cervello, la sudorazione cutanea, la variabilità nel ritmo cardiaco, la respirazione, il livello di tensione e rilassamento del tono muscolare, le microespressioni del volto e il movimento oculare.

 

Questa disciplina rappresenta un punto di svolta e un cambio di paradigma nell’analisi dei processi decisionali. Le più avanzate tecniche di misura dei parametri neurofisiologici, biometrici e di analisi dei processi attentivi consentono di comprendere con maggior precisione le dinamiche inconsapevoli ed emotive che dominano il comportamento umano.

Le neuroscienze offrono una ricca letteratura di riferimento in grado di dimostrare l’esistenza di processi di memorizzazione senza consapevolezza e attivazioni psicofisiologiche strettamente collegate con le emozioni che, sebbene non consapevolmente recepite, hanno un effetto sui processi decisionali e di conseguenza sui comportamenti legati alla biosicurezza.

 

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